Pubblicati i dati Istat dell’Indagine 2025 nel rapporto “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia”
77 casi di femminicidio
Anche quest’anno l’Istat, in occasione della Conferenza internazionale sui femminicidi, ha pubblicato i risultati dell’Indagine 2025 che, in maniera impietosa, fotografano un Paese ancora fortemente segnato dalla violenza di genere. Ad oggi sono 77 le donne uccise volontariamente, pari al 39% degli omicidi volontari registrati. Un dato in leggero calo rispetto alle 102 vittime dei primi dieci mesi del 2024, ma che rappresenta comunque l’incidenza percentuale più alta mai registrata.
È bene ricordare che per femminicidio si intende l’omicidio di una donna motivato da ragioni di genere e da idee culturali legate al patriarcato. Questo termine include anche altre forme di violenza, come l’uccisione di donne a causa del loro orientamento o identità sessuale e rappresenta pertanto la forma più estrema di violenza di genere. Si differenzia dall’omicidio in generale perché la donna viene uccisa specificamente per il fatto di essere donna, spesso da un partner, un familiare o qualcuno che conosce. La causa principale è l’odio o il bisogno di controllo legato al genere della vittima.
Violenza sulle donne: oltre il50% commessa dai partner
Ma il femminicidio rappresenta solo la conseguenza più drammatica ed estrema della sopraffazione e della violenza che quotidianamente le donne subiscono. Dai dati Istat infatti emerge che circa 6 milioni e 400 mila donne italiane dai 16 ai 75 anni (il 31,9%) hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale. I partner, attuali o ex, sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevata (circa il 50%) e sono responsabili anche del 63,8% degli stupri.
Inoltre nel 2025 sono stati rilevati per la prima volta in Italia alcuni stupri sotto effetto di droga o alcool, in cui la vittima non è in grado di rifiutare o opporre resistenza. Tale situazione riguarda ora l’1% delle donne.
In aumento le violenze sulle giovanissime e sulle donne nubili
Confrontando i dati del 2025 con quelli del 2024 emerge un aumento significativo delle violenze subite dalle giovanissime tra i 16 e i 24 anni, che passano dal 28,4% al 37,6%. L’incremento riguarda in particolare le violenze di natura sessuale, che crescono dal 17,7% al 30,8%. Le donne nubili sono le più esposte al rischio di subire violenza, in quanto rappresentano la percentuale più elevata sia di coloro che hanno subito violenza dai partner che dai non partner, seguono poi le donne separate o divorziate.
Il caso di Pamela Genini
Uno tra i più recenti casi di femminicidio che ha colpito molto l’opinione pubblica è certamente quello di Pamela Genini.
Pamela era una giovane donna che viveva e lavorava a Milano come modella e imprenditrice ed è stata uccisa, a soli 29 anni, il 14 ottobre 2025 dal suo ex compagno Gianluca Soncin, che si era introdotto nell’abitazione di Pamela con una copia delle chiavi. L’episodio è avvenuto sul balcone, davanti allo sguardo di vicini e passanti, i quali, sentendo le urla della ragazza, hanno chiamato immediatamente il 112. E’ stata proprio la vittima a rispondere al citofono alla polizia prima che Soncin la finisse con 24 pugnalate, mentre gli agenti tentavano invano di arrivare in tempo.
La scelta del silenzio
Questo caso ha qualcosa di ancora più eclatante rispetto ad altri: molti sapevano. La sua morte non è stata improvvisa, ma preceduta da segnali chiari, referti medici, interventi delle forze dell’ordine, ma questo non è riuscito a salvarla. Anche alcuni amici ed il suo ex fidanzato erano a conoscenza della violenza a cui Pamela era sottoposta, ma nessuno di loro ha denunciato, forse per paura o forse semplicemente perché non sapevano di poterlo fare. Infatti tutti coloro che vengono a conoscenza di una situazione di violenza possono denunciare in forma anonima, non soltanto le vittime, poiché questo tipo di reati sono procedibili d’ufficio, il che significa che le indagini possono iniziare anche senza la querela della vittima. Ognuno di noi ha una grande responsabilità e può contribuire alla prevenzione di gravi forme di violenza contro le donne.
Iniziative e nuove proposte di legge
Per ricordare Pamela e tutte le altre donne vittime di violenza nella giornata di oggi si svolgeranno molti eventi, come “Corri Libera”, una corsa di 5 chilometri nel centro storico di Roma, organizzata per unire lo sport alla lotta contro la violenza, patrocinata dal Ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. L’iniziativa intende dimostrare che metro dopo metro, passo dopo passo, tutti possiamo contribuire a fermare gli abusi fisici e psicologici sulle donne.
Ma da sole queste iniziative non bastano, indispensabili sono gli interventi della politica. In risposta a questa crescente crisi, il 23 luglio 2025 è stato approvato un disegno di legge che introduce articoli specifici nel Codice Penale, incluso l’articolo 577-bis, che definisce il femminicidio come un reato autonomo, separato dall’omicidio comune. Questa norma mira a punire con maggiore severità chi commette atti di violenza contro le donne, rappresentando un passo significativo verso la protezione delle vittime e la condanna di questi crimini. Inoltre la Camera ha approvato all’unanimità un emendamento in Commissione giustizia che riscrive l’art. 609-bis del codice penale, introducendo la nozione di consenso nel reato di violenza sessuale.
La violenza contro le donne non ha confini e richiede un impegno collettivo per affrontarla. La tragica storia di Pamela Genini e le statistiche allarmanti evidenziano la necessità di interventi efficaci e della promozione di una cultura di rispetto e protezione. Solo attraverso la sensibilizzazione, l’educazione e il supporto alle vittime si potrà sperare di ridurre queste violenze e onorare la memoria di chi ha perso la vita.
Classe II D Liceo Scientifico