I negoziati previsti per il 15 maggio a Istanbul tra la delegazione russa e quella ucraina rappresentano un momento cruciale per il conflitto che dura ormai da più di due anni. Dopo i contatti indiretti tra i due leader e la mediazione internazionale, si fa sempre più vicina la possibilità che, per la prima volta dall’inizio della guerra, i due capi di Stato, Putin e Zelensky, si incontrino faccia a faccia. Questo vertice potrebbe pertanto segnare una svolta significativa, a condizione che entrambe le parti siano disposte a fare concessioni e a negoziare su questioni chiave.

Zelensky ha già confermato la sua partecipazione all’incontro e ha invitato anche Putin a essere presente, quest’ultimo però non ha ancora confermato la sua partecipazione. Il presidente ucraino ha sottolineato che il confronto diretto con il leader russo è l’unica strada per tentare di arrivare a una risoluzione del conflitto. Zelensky ha sempre ribadito la posizione dell’Ucraina: nessun compromesso sull’integrità territoriale e nessuna trattativa che non garantisca la sicurezza del paese. Per lui, la pace deve essere ottenuta senza compromettere la sovranità nazionale.

 D’altra parte, Putin ha già fatto sapere che le trattative dovrebbero seguire il piano di pace proposto dalla Russia nel 2022, che prevede la neutralità dell’Ucraina e il riconoscimento delle conquiste territoriali russe, come la Crimea e le zone occupate nell’est e nel sud del paese. Questa proposta è stata respinta più volte da Kiev, che ha sempre insistito per il ritorno a confini pre-bellici e il riconoscimento della sua sovranità su tutte le terre occupate.

 Donald Trump, che ha recentemente incontrato Zelensky a Roma in occasione del funerale di Papa Francesco, ha espresso la sua disponibilità a partecipare all’incontro di Istanbul, se lo riterrà utile. La sua presenza, come mediatore informale, potrebbe essere determinante. Trump ha sempre sostenuto che un accordo di pace dovrebbe essere raggiunto attraverso il dialogo diretto, ma la sua posizione sulle condizioni della pace rimane meno chiara rispetto a quella di Zelensky e Putin. La sua partecipazione potrebbe anche fungere da segnale politico, soprattutto per i repubblicani statunitensi, che sono divisi sull’appoggio all’Ucraina.

In sintesi, l’incontro di Istanbul rappresenta un’opportunità per tentare di porre fine a uno dei conflitti più drammatici degli ultimi decenni, ma molteplici fattori, tra cui le divergenze sulle condizioni di pace, le pressioni internazionali e la disponibilità di Putin a fare concessioni, potrebbero ostacolare il raggiungimento di un accordo duraturo. La comunità internazionale seguirà con attenzione l’evolversi di questa situazione, sperando che finalmente possa prevalere un approccio diplomatico al posto di quello militare.

Di Cristian Credidio