Giovanni Occhiuto incontra i ragazzi delle classi quinte per raccontare la storia di suo fratello e trasformare la sua perdita in un messaggio per imparare a riconoscere e non sottovalutare i segnali di fragilità.

Nella giornata di ieri,presso l’IIS Lopiano di Cetraro, si è svolta la presentazione del libro “Voglio solo sentirmi meglio” di Giovanni Occhiuto, un incontro di alto valore educativo, umano e sociale che ha coinvolto tutte le classi quinte dell’istituto. L’evento ha rappresentato un’importante occasione di sensibilizzazione e riflessione su tematiche complesse e profondamente attuali come la salute mentale, la depressione, argomenti che necessitano di attenzione, consapevolezza e dialogo, soprattutto tra i giovani.

All’incontro hanno preso parte la Dirigente scolastica, Maria Brunetti,il Sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta e Don Pantaleo Salerno Naccarato, parroco della Chiesa Madre di San Benedetto Abate, la cui presenza ha testimoniato la vicinanza delle istituzioni e l’importanza di affrontare in modo condiviso il tema del benessere psicologico. Nei loro interventi hanno sottolineato il valore educativo di iniziative come questa, capaci di promuovere una cultura dell’ascolto, della prevenzione e della responsabilità collettiva.

Il libro di Giovanni Occhiuto nasce da una storia personale profondamente dolorosa. La narrazione è infatti dedicata al fratello Francesco, conosciuto da tutti come “Chicco”, che se ne é andato il 21 febbraio scorso a trent’anni, con un gesto estremo, sopraffatto da un dolore interiore che lo accompagnava da tempo. Attraverso le pagine del libro, l’autore ripercorre la vita e il vissuto interiore del fratello, mettendo in luce una realtà spesso difficile da comprendere: anche chi appare forte, disponibile e pronto ad aiutare gli altri può nascondere una sofferenza profonda.

Francesco, nonostante il malessere interiore che lo accompagnava, aveva scelto di dedicare la propria vita agli altri. Laureato in Psicologia, nutriva un forte desiderio di aiutare chi si trovava in difficoltà, offrendo ascolto, comprensione e sostegno. La sua figura emerge nel libro come quella di una persona sensibile, generosa e attenta al benessere altrui, ma al tempo stesso segnata da un disagio silenzioso che non sempre è stato colto da chi gli stava accanto. La sua storia diventa così il simbolo di quanto sia importante non sottovalutare i segnali di sofferenza e di quanto sia necessario creare spazi sicuri in cui poter esprimere il proprio malessere senza paura di essere giudicati.

Durante la presentazione, Giovanni Occhiuto ha condiviso con gli studenti riflessioni profonde sul dolore della perdita e sulla difficoltà di accettare una tragedia così grande. Ha evidenziato come il libro non voglia essere solo un racconto di sofferenza, ma soprattutto un messaggio di prevenzione e consapevolezza. Parlare di Francesco, della sua vita e della sua vocazione ad aiutare gli altri, significa invitare ciascuno a prestare maggiore attenzione a sé stesso e alle persone che gli stanno accanto, riconoscendo l’importanza di chiedere aiuto e di offrire supporto nei momenti di fragilità.

Gli studenti delle classi quinte hanno partecipato con grande attenzione e coinvolgimento, intervenendo con domande e riflessioni personali. L’incontro ha favorito un clima di apertura e dialogo, contribuendo a superare tabù e pregiudizi legati alla salute mentale e stimolando una maggiore empatia verso chi vive situazioni di disagio psicologico.

La scuola, ancora una volta, si è confermata un luogo fondamentale di crescita non solo culturale, ma anche umana e civile. La presenza della Dirigente scolastica e del Sindaco di Cetraro ha rafforzato il messaggio che la tutela della salute mentale è una responsabilità condivisa, che coinvolge l’intera comunità educante e il territorio.

La presentazione del libro “Voglio solo sentirmi meglio” si è conclusa con un messaggio forte e significativo: parlare di salute mentale può salvare vite. Il libro di Giovanni Occhiuto si propone come un invito a non ignorare il dolore silenzioso, a coltivare l’ascolto e la comprensione reciproca e a ricordare che, anche nei momenti più difficili, chiedere aiuto è un atto di forza e di speranza.

Di Giulia Turco classe VE Liceo Scientifico indirizzo Sportivo.