Ieri pomeriggio con la fumata bianca delle 18:08 è finita l’attesa e la Chiesa ha il suo nuovo pastore
I 133 cardinali elettori non hanno impiegato molto tempo per trovare un accordo e dare alla Chiesa un nuovo pontefice. Sono state sufficienti, infatti, quattro votazioni e tre fumate. La folla riunita in Piazza San Pietro, che aspettava la fumata per le 19:00, è stata colta di sorpresa ed ha accolto l’annuncio con grande emozione. Mentre le campane di San Pietro suonavano a festa, scrosciavano gli applausi e sventolavano le tante bandiere di diversi paesi del mondo, a testimoniare che la Chiesa, nonostante le tante differenze, rimane unita.
Per circa un’ora si sono rincorse le voci sull’identità del nuovo Papa: tra i più quotati rimanevano i cardinali italiani Parolin, Pizzaballa e Zuppi, il filippino Tagle, il francese Aveline. Invece, come nella migliore tradizione del Conclave, e come era già accaduto di recente con Papa Francesco e Giovanni Paolo II, la scelta è caduta su un outsider. Grande stupore e curiosità ha destato, infatti l’annuncio del cardinale protodiacono Dominique Mamberti dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro. Il nuovo Papa è il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome pontificale di Leone XIV.
Si è presentato al mondo con l’augurio di pace “del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il suo gregge” e rivolgendosi con insistenza a “tutti”. Nel giorno della Supplica della Madonna di Pompei, ha invitato alla preghiera chiedendo a Maria, in particolare, la grazia della pace. Non ha mancato di ricordare il suo predecessore Francesco, che ha ringraziato per l’ultima benedizione impartita al mondo il giorno di Pasqua e affermando di voler dar seguito a quella stessa benedizione, raccogliendone così il testimone.
Di Emilio Stamato