foto di Klara Kulikova su Unsplash

Il 12 maggio è la Giornata Mondiale della Fibromialgia,  una patologia muscolo-scheletrica cronica che, solo in Italia, colpisce circa 2 milioni di persone.

Ma cos’è davvero la fibromialgia?

La fibromialgia è una malattia cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, spesso accompagnato da affaticamento persistente, disturbi del sonno e difficoltà cognitive. I sintomi possono variare notevolmente da persona a persona, ma quasi sempre è presente un dolore cronico generalizzato in tutto il corpo. Le aree più comunemente colpite sono spalle, schiena, collo e gambe. Il dolore tende ad aumentare se si esercita una leggera pressione con i polpastrelli in specifici punti sensibili, detti “tender points”, come i polsi o l’interno delle ginocchia. Definita anche “malattia fantasma”, la fibromialgia è spesso difficile da diagnosticare, poiché i suoi sintomi si sovrappongono a quelli di altre patologie, come la sclerosi multipla o l’artrite reumatoide. Per questo motivo, i medici si basano su una valutazione clinica accurata, sull’esclusione di altre malattie e sull’osservazione dei sintomi, in particolare del dolore diffuso in sedi corporee simmetriche da almeno tre mesi, con positività in almeno 11 dei 18 tender points.

Le cause

La causa esatta della fibromialgia non è ancora completamente compresa. Si ritiene che possa derivare da un’alterazione nel modo in cui il cervello e il midollo spinale elaborano i segnali del dolore, portando a una ipersensibilità agli stimoli dolorosi. Infatti, chi soffre di fibromialgia avrebbe una soglia del dolore più bassa della norma a causa di una sensibilizzazione del sistema nervoso centrale. Si ipotizza che alla base vi sia un insieme di fattori, tra cui predisposizione genetica, alterazioni neurochimiche (come nei livelli di serotonina, dopamina e noradrenalina), traumi fisici, stress emotivo o infezioni.

Le cure

Attualmente non esiste una cura definitiva, ma la malattia può essere gestita efficacemente grazie a un approccio multidisciplinare. I farmaci aiutano a controllare il dolore e migliorare il sonno, mentre terapie fisiche e attività leggere come pilates, yoga o ginnastica dolce contribuiscono a mantenere la funzionalità muscolare e a ridurre la rigidità. Fondamentale è anche il supporto psicologico, che permette di affrontare l’ansia, la depressione e lo stress spesso associati alla condizione.

Fibromialgia: fondamentale il suo riconoscimento nei LEA

Pur non essendo una malattia reumatica degenerativa, la fibromialgia comporta dolori cronici intensi che possono diventare logoranti, compromettendo seriamente la qualità della vita e causando un disagio reale e debilitante. Rappresenta una sfida complessa sia per chi ne soffre sia per il mondo medico, in quanto unisce sintomi soggettivi, spesso invisibili, a meccanismi biologici non ancora del tutto chiari. È perciò fondamentale promuovere consapevolezza, ricerca e ascolto attivo, affinché le persone con fibromialgia possano sentirsi comprese, sostenute e accompagnate in un percorso mirato alla gestione del dolore e al miglioramento della qualità della vita. Sebbene per anni sia stata oggetto di controversie mediche, oggi la fibromialgia è sempre più riconosciuta come una condizione reale e debilitante, tanto da essere inclusa tra le malattie croniche e invalidanti. Tuttavia, in Italia non è ancora inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) a livello nazionale. Ciò significa che, pur essendo riconosciuta da molti medici e istituzioni, non gode ancora delle esenzioni sanitarie e dei diritti automatici previsti per altre patologie croniche. Alcune Regioni, come Lombardia, Veneto, Toscana e Sicilia, hanno avviato percorsi regionali per offrire assistenza e riconoscimenti specifici ai pazienti fibromialgici, ma manca una normativa uniforme su tutto il territorio nazionale. In conclusione, la fibromialgia è una malattia reale, debilitante e riconosciuta da una parte del sistema sanitario italiano come potenzialmente invalidante, ma il riconoscimento avviene caso per caso attraverso una valutazione medico-legale. In attesa di un riconoscimento definitivo nei Livelli Essenziali di Assistenza, si auspica che le istituzioni competenti si impegnino affinché ogni persona affetta da fibromialgia possa godere degli stessi diritti e delle medesime tutele su tutto il territorio nazionale.

Di Alma Fragola