L’AI riconosce il genere cerebrale: nuove frontiere per la medicina personalizzata
La distinzione tra cervello maschile e femminile è da tempo oggetto di ricerca scientifica, con implicazioni che spaziano dalla neurologia alla psicologia, fino all’uso dell’intelligenza artificiale (IA) per identificare differenze. Sebbene sia ormai superata l’idea di una superiorità cognitiva legata al sesso, le neuroscienze moderne dimostrano che esistono differenze sottili ma significative a livello di struttura, funzionamento, suscettibilità a malattie e risposte ai trattamenti. La recente introduzione dell’IA nello studio neurocognitivo offre diversi e significativi vantaggi, sia in ambito scientifico che pratico, e nuovi strumenti per esplorare queste diversità con maggiore precisione. Uno studio ha mostrato come l’intelligenza artificiale, utilizzando enormi database di immagini cerebrali, sia in grado di distinguere con un’accuratezza del 90% il sesso di un individuo solo osservando le immagini della struttura cerebrale. Gli algoritmi di deep learning hanno identificato regioni del cervello che differiscono tra maschi e femmine, come l’ipotalamo e la corteccia limbica, aree coinvolte nella regolazione ormonale, nelle emozioni e nei comportamenti sociali. In particolare, l’IA, libera da preconcetti culturali, permette un’analisi, oggettiva e neutrale, delle differenze neuroanatomiche, offrendo nuove possibilità alla “neuroscienza computazionale”. Inoltre, può aiutare a personalizzare la medicina, prevedendo il rischio di insorgenza di patologie o risposte terapeutiche diverse in base al profilo cerebrale di ciascun paziente.
Il cervello si adatta: tracce del passato nella mente
È davvero diverso il cervello di uomini e donne? Si tratta di una tematica al centro del dibattito scientifico e dai risultati contraddittori. Secondo un ricercatore nel campo delle differenze di genere, in passato, ogni sesso aveva il suo ruolo: gli uomini si dedicavano alla caccia, mentre le donne si prendevano cura dei loro figli e si dedicavano a lavori di casa. Di conseguenza alcune aree del cervello si sono adattate ai loro compiti permettendo all’uomo di ottimizzare il suo ruolo di cacciatore attraverso lo sviluppo dell’orientamento e alla donna di organizzare il gruppo familiare grazie alla sua preferenza per le relazioni sociali. Spesso le donne sono più brave a gestire rapporti umani e a riconoscere sfumature emotive, al contempo gli uomini mostrano maggiori abilità motorie. Per molto tempo tutto ciò che circondava l’uomo, come l’ambiente, l’educazione e le differenze culturali, hanno avuto un peso maggiore rispetto alla biologia nel determinare queste differenze. Tuttavia, capendo che già dopo pochi mesi dalla nascita erano evidenti alcune differenze, sono stato intrapresi studi su fattori neurofisiologici e anatomici.
Dai ruoli di genere alla neuroscienza
Le ricerche basate su tecniche, come la risonanza magnetica, hanno confermato che, in media, il cervello maschile è più voluminoso rispetto a quello femminile. Le donne tendono ad avere una maggiore quantità di “materia grigia” (coinvolta nell’elaborazione delle informazioni), mentre gli uomini mostrano una maggiore presenza di “materia bianca”, che facilita la comunicazione tra regioni cerebrali distanti. Una distinzione significativa riguarda, anche, l’amigdala, che è più grande negli uomini ed è coinvolta nella gestione delle emozioni come la paura e l’aggressività, e l’ippocampo, che tende ad essere più sviluppato nelle donne e ha un ruolo cruciale nella memoria e nell’orientamento spaziale. Inoltre, uno studio evidenzia che, durante l’esecuzione di compiti cognitivi complessi, le donne attivano entrambi gli emisferi cerebrali in modo più simmetrico, mentre gli uomini tendono a utilizzare maggiormente un solo emisfero alla volta. Questo potrebbe spiegare differenze funzionali: gli uomini spesso eccellono in compiti che richiedono concentrazione focalizzata e orientamento spaziale, mentre le donne mostrano una maggiore capacità di multitasking e abilità linguistiche. Le differenze biologiche tra i sessi si riflettono anche nella diversa suscettibilità a patologie neurologiche. Gli uomini risultano più soggetti a disturbi neurodegenerativi come il “Parkinson”, mentre le donne sono colpite più frequentemente da malattie autoimmuni del sistema nervoso, come la “sclerosi multipla”. Per di più condizioni come l’ansia e la depressione mostrano una maggiore incidenza nel sesso femminile, mentre i disturbi dello spettro autistico si riscontrano più nei maschi.
Dal punto di vista clinico anche la risposta ai farmaci è influenzata dalle differenze di genere, infatti, la variabilità ormonale femminile, soprattutto legata al ciclo mestruale, può alterare l’efficacia di alcuni psicofarmaci. Questo rende necessario un approccio alla medicina basato sul genere, che tenga conto delle differenze cerebrali non solo nella diagnosi ma anche nelle cure.
Cervello maschile vs femminile: le differenze non misurano il valore
È importante sottolineare che le differenze riscontrate tra cervello maschile e femminile non giustificano stereotipi o pregiudizi. Le variazioni interindividuali sono spesso superiori a quelle tra i due sessi. L’ambiente, l’educazione, l’esperienza e il contesto socio-culturale modellano profondamente il cervello umano durante tutta la vita. La visione moderna e scientificamente fondata supera il binarismo rigido e promuove un approccio più flessibile e integrato, in cui biologia e cultura si intrecciano nella costruzione delle competenze cognitive, emotive e relazionali. Le neuroscienze, la medicina e l’intelligenza artificiale convergono nel mostrare che esistono reali differenze tra il cervello maschile e quello femminile, ma che queste differenze non implicano superiorità o inferiorità. Comprendere tali distinzioni ha un valore clinico, diagnostico e scientifico, utile soprattutto in ambito sanitario ed educativo. Tuttavia, la complessità del cervello umano richiede sempre un approccio individualizzato e rispettoso della diversità.
Di Rosi Antonuccio
5^ D Liceo Scientifico