vignetta realizzata da Saverio Antonuccio
La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU nel 1999, ha lo scopo di riconoscere, denunciare e combattere tutte le forme di violenza che milioni di donne nel mondo continuano a subire ogni giorno. In questa giornata si ricordano le vittime e le sopravvissute, si invita a rompere il silenzio, a riconoscere i segnali di abuso e a costruire una cultura basata sul rispetto, sulla parità e sulla consapevolezza.
Dati recenti confermano l’urgenza di questa lotta, infatti una donna su tre afferma di aver subito violenza e il 70% non denuncia per paura, vergogna o mancanza di sostegno. Anche la violenza domestica è in aumento e coinvolge circa il 30% delle famiglie. Ciò dimostra come tanta sia ancora la strada da fare per eliminare questa piaga sociale.
Ma i pregiudizi che generano la violenza hanno radici culturali profonde, che si perdono nel tempo. Fin dall’antichità, infatti, la donna è stata spesso rappresentata nei miti come causa del disordine, responsabile di tragedie, tentazioni e inganni. Nel mito, la donna è spesso vista come simbolo di seduzione e pericolo. Molti racconti antichi la rappresentano come causa di problemi e inganni per gli uomini, associandola a poteri magici e vendette sanguinose. Spesso l’arrivo della donna viene interpretato come la fine di un’epoca di armonia e l’inizio della diffusione del male nel mondo.

Secondo la mitologia greca, Pandora fu la prima donna creata dagli dei, dotata di bellezza e ogni virtù, ma anche di astuzia e curiosità. Fu condotta da Ermes in dono al fratello di Prometeo, Epimeteo, che la accolse e si innamorò di lei. Ella recava con sé un vaso donatole da Zeus, il quale però le aveva ordinato di lasciarlo sempre chiuso, esso conteneva infatti tutti i mali del mondo. Tuttavia, spinta dalla curiosità, Pandora lo aprì, liberando così malattie, sofferenze e disgrazie sulla Terra. Solo la speranza rimase chiusa dentro, a consolare l’umanità nelle difficoltà.

Questo mito spiega l’origine del male e delle sofferenze nel mondo e, come altre antiche narrazioni, ha lasciato tracce profonde sulla concezione del ruolo femminile nella società, che hanno condizionato la percezione della donna e il riconoscimento dei suoi diritti.
Oggi la lotta contro la violenza è anche un percorso culturale, che consiste proprio nello smantellare questi modelli radicati, riconoscendo il valore, la forza e la libertà delle donne, promuovendo il rispetto, l’uguaglianza e l’educazione affettiva.
Solo cambiando la mentalità collettiva, restituendo alla donna la sua dignità di essere umano senza più oggettificarla, sarà possibile costruire un futuro in cui la violenza non trovi più spazio.
Di Martina Karol Forestiero
Maria Losardo
Guadalupe Malara
Antonio Sbarra
Classe I D Liceo Scientifico
